Oggigiorno il tema della morte è considerato tabù. Nell’era dello sviluppo tecnologico essa è alla pari di una sconfitta, da nascondere; molto spesso avviene negli ospedali, lontano dagli affetti familiari. Per i giovani che vivono la morte spettacolarizzata nei videogames e dai media, essa resta un grande mostro da temere e li coglie impreparati, lasciando a volte ferite profonde che fanno fatica ad rimarginarsi anche perché il contesto “protettivo” sociale, dalla famiglia alla scuola alla parrocchia alla comunità in generale non dà più il sostegno di un tempo. Sempre più la morte è vissuta come un’esperienza estranea.
La vita se mostrata nel suo naturale svolgersi, fatta di tante fasi di transizione, compresa l’ultima, porta il ragazzo a vivere con maggiore consapevolezza e rinforza quel bagaglio di cui necessita il suo personale percorso nella misura in cui anche le esperienze più difficili e delicate vengono affrontate e trasformate in occasioni di crescita, supportate da un contesto che accoglie e sostiene, compartecipe attento e attivo.
Ciò senza tralasciare il messaggio di speranza, con l’attenzione sia alla dimensione spirituale peculiare dell’essere umano, credente o meno, sia all’immortalità dell’insegnamento di chi ci lascia e della testimonianza che chi vive porta con sé.
Lo spirito di chi propone questo progetto è trasmettere un messaggio altresì solidaristico, promuovendo la rete di aiuto reciproco che non deve mai mancare. La presentazione delle cure palliative e la testimonianza di volontari dell’ Associazione “la Compagnia delle stelle” da un lato vogliono sottolineare l’attenzione globale data all’ammalato che è propria delle cure palliative (dimensione fisica, psicologica, spirituale, sociale) e che è sinonimo di centralità della dignità della persona, dall’inizio fino alla fine della vita, anche quando “scientificamente” non c’è più nulla da fare.
Il volontariato può essere uno dei canali delle ricerca di senso, come direbbe V. Frankl, trascendendo se stessi in un progetto più grande, è occasione di crescita personale ed una risorsa notevole per l’educazione dei giovani, sempre più confusi da una società con pochi valori.
Il progetto è stato realizzato e curato da Luisa Corso, Pedagogista ed Esperta nei processi di formazione e Giovanna Caloiro, Consulente etico-filosofico ed Esperto in Bioetica e Cure palliative, con la preziosa collaborazione anno dopo anno di latri operatori e volontari dell’ Associazione
THE COLORS OF LIFE
EDUCATING TO DEATH TO EDUCATE TO LIFE
INTRODUCTION TO THE PROJECT
Nowadays the theme of death is considered a taboo.
In the era of technological development, it is considered as a defeat to be hidden; it often happens in hospitals, so far from family’s affections. For young people who live death as a show on the media or on videogames, it remains like a big monster to be afraid of, and that finds them unprepared, leaving sometimes deep pains that are hard to heal also because the social “protective” environment, from family to school to church to community in a wide sense, no longer gives support like once it did.
Death is lived more and more like an unknown experience.
Life, if showed in its natural development, made of many phases of transition, including the final one, takes the young boy to live with better awareness, and strengthen that knowledge that he needs during his personal path, with the most difficult and delicate experiences being faced and transformed in chances of growth, supported by a background that embraces and sustains, as an active and dedicated actor.
All of this without overlooking the message of hope, with attention both to spiritual dimension, typical of human being, believing or not, and to immortality of the education left by those who pass away, as well as the testimony that those who live take with them.
The spirit of people who submit this project is transmitting a supportive message, by promoting the network of mutual help that must always exist. The presentation of palliative treatments and the statements of the volunteers of “La Compagnia delle Stelle” are meant both to underline the overall attention given to the patient, that is typical of palliative treatments (physical, biological, spiritual, social dimension) and is also equivalent of centrality of dignity of the person, from the beginning to the end of life, even when “scientifically” there’s nothing else to do.
Voluntary work can be one of the channels of a search for meaning, as V. Frankl would say, transcending themselves in a wider project, that is a chance of personal development and a great resource for education of young people, more and more confused by a society with few values.
The project has been realized and currently followed by Luisa Corso, pedagogist and Giovana Caloiro, bioethicist, with the precious collaboration year after year of other operators and volunteers of the Association.