Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.






OLTRE IL METODO

Category : associazione, malato, medicina, oncologia, terminale, volontariato · by Giu 30th, 2010

Ci aspettavamo tante parole, parole dette, parole scritte, tante parole…e invece…

Dal 7 al 9 maggio, in Hospice i volontari con Nicola Ferrari: tre giorni intensi, nati per ascoltare lui, ma rivelatisi, invece, una fortunata opportunita’ per imparare ad ascoltare noi stessi.

Difficile, lo facciamo quasi mai, ecco..avvicinarci a noi stessi, fare spazio dentro di noi e accogliere il dolore dell’altro. Attenti, di li’ a poco succedera’.

Tutti in cerchio, visi attenti, curiosi, ma ignari. Si parla di lutto, di scrivere nel lutto, come cura.

Questo lo sapevamo gia’, ma scopriamo che c’è dell’altro.

Diciamo perchè siamo lì, le nostre motivazioni, curiosita’, reale interesse per il metodo della comunicazione epistolare. Ma dopo un pò lo dimentichiamo il fine, il perche’.

Quest’esile omino dai capelli rossi, che ci sta davanti, ci sorprende: niente atteggiamento cattedratico, niente preoccupazione di scavalcare le nostre voci che si affollano disordinate, ma solo toni bassi, pacatezza E’ vigile, attento a carpire ogni piu’ piccolo nostro intervento, a stimolare domante, a farne lui stesso, scava dentro, chiede, e noi ci disponiamo ad un’apertura mai sperata. Perche’? Avvertiamo che gli interessa veramente ciò che abbiamo da dire e da dare, ci lascia parlare, fa’diventare noi, con le nostre singole storie personali, i veri protagonisti, si fa’ da parte e ascolta.

E mentre lui ascolta in silenzio, tu senti che è quello che devi imparare a fare: fare un passo indietro e ascoltare, che sia il racconto del vissuto di un malato, la storia del suo viaggio nella malattia, che sia la lettera di una persona in lutto, che scrive disperata perche’ non trova un senso alla propria vita. ASCOLTARE, accogliere e guardarsi dentro, specchiarsi in quel dolore finche’ quel dolore assume forme nuove dentro di te, e ritorna a chi scrive quasi con un movimento circolare, ma trasformato, arricchito e attenuato dal tuo desiderio di vicinanza e alleanza con la persona in lutto. E allora vengono fuori le parole: come un balsamo leniscono, accarezzano, abbracciano, riscaldano, sollecitano, accompagnano, ricostruiscono, guariscono.

Cosa c’era dentro di noi che ancora non sapevamo, non volevamo ammettere? Lutti non risolti, paure, rancori nascosti, amore dimenticato? Lì, in quel cerchio, sono diventati un tesoro da condividere. Ma, soli, come avremmo potuto? In un mondo rumoroso, arrogante, dove ha la meglio chi urla di piu’, quell’esile omino ce l’ha fatta, con il suo fare delicato, discreto, senza troppe parole, ci ha insegnato l’ascolto, quello di cui avevamo sentito tanto parlare, ce l’ha insegnato praticandolo proprio con noi. Tutto e’ andato al di la’ del metodo della scrittura, e’ divenuto accoglienza e condivisione. Grazie, Nicola.

Anna Lisa Nucara


Condividi l'articolo su:

SHARE :

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.